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Come la Francia vuole combinare intelligenza artificiale e privacy

L’Autorità garante transalpina ha lanciato il suo piano per affrontare le sfide degli algoritmi e la tutela dei dati personali. A cominciare dalla videosorveglianza alle Olimpiadi del 2024

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di Vincenzo Tiani

Anche il Garante della privacy francese, la Cnil, scende in campo con un piano per affrontare le sfide l’intelligenza artificiale nei prossimi mesi. La spinta regolatoria sul tema, dopo l’accelerazione dovuta alla diffusione di ChatGPT, Stable Diffusion, Midjourney, e presto la Bard di Google, ancora non disponibile in Europa probabilmente proprio per questa incertezza normativa, sta dando i suoi frutti.

Bisogna infatti riconoscere che le diverse autorità nazionali della protezione dei dati non sono state a guardare negli ultimi anni, anche se ultimamente sono state indubbiamente più attive, non solo da un punto di vista delle ispezioni.

L’autorità inglese Ico, per esempio, a marzo ha aggiornato le sue linee guida su come applicare la normativa sulla protezione dei dati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La Cnil francese, già nel dicembre del 2017, aveva pubblicato un report sui risvolti etici degli algoritmi. Ora, complice forse anche l’attivismo dei cugini italiani con ChatGPT, la Cnil ha presentato il suo piano, da un lato per regolare l’esistente, dall’altro per arrivare pronti all’entrata in vigore dell’AI Act. Anche se, infatti, per il momento il testo non prevede espressamente che saranno direttamente i garanti della privacy a occuparsene, difficile dire che non saranno coinvolti in prima linea, seppur in forma diversa.

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