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Digital Services Act: verso una nuova era del diritto digitale (con qualche incognita)

Ci è voluto meno di un anno e mezzo per approvare il nuovo pacchetto di norme che andrà a disciplinare mercati (DMA) e servizi (DSA) digitali.

di Rocco Panetta

Si auspicava che l’annuncio dell’accordo raggiunto in seno all’Unione europea sulla proposta di Digital Services Act (“DSA”) potesse arrivare a breve. Se non altro perché il via libera al suo gemello, il Digital Markets Act (“DMA”), presentato al pari del DSA lo scorso 15 dicembre 2020, veniva annunciato esattamente un mese fa.

Digital services act, un accordo “storico”

I venti di guerra che soffiano da mesi dall’est non lasciavano presagire però nulla di buono, con le istituzioni europee piombate in un inedito scenario da guerra fredda. Invece, con la notizia dell’intesa raggiunta tra Parlamento e Consiglio sul testo del Digital Services Act l‘UE ha trasformato le aspettative di molti in concreta realtà, dimostrando così che la risolutezza introdotta per regolamentare internet è continua e senza precedenti.

Ci è voluto infatti meno di un anno e mezzo per approvare il nuovo pacchetto di norme che andrà a disciplinare mercati (DMA) e servizi (DSA) digitali, rivoluzionando così le basi dell’economia del nostro tempo, quella fondata sui dati, ricercando un ambizioso nuovo equilibrio tra uso dei dati, protezione dei diritti ad essi connessi e delle libertà fondamentali dei cittadini europei, tutela della concorrenza e sostegno allo sviluppo tecnologico. Il tutto senza dimenticare l’accordo già raggiunto sul testo del Data Governance Act, i lavori in corso per l’approvazione dell’Artificial Intelligence Act e la recentissima presentazione della proposta di Data Act.

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