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La Camera vuole semplificare i controlli sul green pass, ma c’è un problema

Consegnare la propria certificazione al datore di lavoro sembra la soluzione più ovvia per evitare controlli quotidiani, ma per il garante della privacy è una soluzione con più rischi che opportunità

Domani

Di Vincenzo Tiani

Mercoledì sera il Senato ha approvato gli emendamenti al decreto legge numero 127 che mirano a introdurre nuove regole in tema di controllo del green pass sul luogo di lavoro. Per evitare di essere controllati tutti i giorni, si permette ai dipendenti che lo desiderano, tanto del settore pubblico che del privato, di consegnare al datore di lavoro il proprio green pass.

Benché apparentemente potrebbe sembrare una modifica poco rilevante le conseguenze sia sulla protezione dei dati personali che nel campo della prevenzione sono rilevanti. È quanto risulta dalla lettera che il garante della privacy ha indirizzato al presidente della Camera Roberto Fico, al ministro della Salute Roberto Speranza e al ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, essendo la Camera la prossima a essere chiamata ad esprimersi sugli emendamenti per l’approvazione finale.

I PUNTI CRITICI

Per il garante infatti ci sono diversi punti critici che necessitano di essere corretti in seconda lettura alla Camera. Se il decreto venisse approvato con queste modifiche, potrebbe far venire meno potenzialmente proprio quelle esigenze di controllo della diffusione della pandemia che il green pass vuole garantire.

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