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Intelligenza artificiale, tre chiavi di lettura per il nuovo Regolamento

A livello geopolitico, normativo e di sistema, con la proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale, la Ue cambia le regole del gioco e segna un primato di innovazione e coraggio. Esaminiamo le novità per comprendere perchè

di Rocco Panetta

L’intervento normativo sull’IA (“Proposal for a Regulation laying down harmonised rules on Artificial Intelligence”) costituisce l’ennesimo tassello di una più ampia manovra di governance del digitale da parte dell’Unione Europea. Dopo il Data Governance Act, il Digital Services Act e il Digital Markets Act, la Commissione ha calato il poker. Quattro proposte di regolamento che, una volta superati i rispettivi iter di approvazione – i quali ci si augura possano procedere speditamente –, promettono di rivoluzionare lo spazio tecno-economico europeo (e non solo), sempre però aspettando al varco che la eterna ritardataria, la ePrivacy Regulation, venga altresì approvata.

La bozza di Artificial Intelligence Act è corposa, strutturata e, proprio per questo, affascinante da studiare. Il leak ha certamente permesso di preparare il campo per una prima compiuta analisi del contenuto e degli effetti di questa proposta (al netto, comunque, delle modifiche presenti nel testo definitivo). Ritengo tuttavia che, in qualità di avvocato della data economy, il mio compito sia anche quello di offrire degli elementi nuovi e diversi con cui poter analizzare situazioni come questa. In particolare, mi piacerebbe presentarne tre, tre diverse chiavi di lettura del nuovo regolamento europeo sull’IA.

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